CANCRO
Caterina Fort, detta Rina, non ha mai avuto la vita facile. Nata durante la prima guerra mondiale in una famiglia povera del Friuli nei primi anni di vita ha visto morire una nonna, a cui era molto legata, e il padre. Si fidanza sperando di riuscire a trasferirsi a Milano per costruirsi un futuro e il fidanzato muore di tisi, si sposa in seguito con altro uomo, ma viene messo in manicomio poco dopo le nozze. Insomma non si può dire che la vita sia stata clemente con lei se aggiungiamo una delle cose più difficili da accettare per una donna: la sterilità.
Ma Rina non si da per vinta nella sua ricerca personale della felicità, si trasferisce comunque a Milano dove comincia a lavorare come domestica e commessa nei negozi finché non viene assunta in una bottega di tessuti e cascami da Giuseppe Ricciardi, siciliano, con il quale inizia una relazione. Le cose finalmente sembrano filare via lisce: lei è molto brava con i clienti e non le interessa che il suo uomo abbia moglie e figli perché tanto vivono lontano, in Sicilia. Ma la vita concede brevi periodi di serenità e quello di Rina si rompe quando la moglie, Franca Pappalardo, stufa di sentire voci sull’infedeltà del marito, arriva a Milano con i tre figli e impone a Giuseppe di licenziare l’amante.
Il marito esegue e la Fort trova lavoro da un altra parte, pur mantenendo la relazione con l’uomo. Ma ormai il suo sogno di felicità è rovinato, non è contenta. Non può più ignorare la presenza della moglie, della rivale, e dei suoi bambini, quei figli che lei non potrà mai avere.
Così in un giorno qualsiasi, il 29 novembre 1946, Rina si presenta alla porta di casa di Giuseppe e vi trova Franca con i suoi tre bambini. Quando uscirà da quella casa saranno tutti morti: la madre, Giovannino, sette anni, Giuseppina, cinque anni e Antonio, otto mesi.
La polizia non ci mette molto a trovarla, lei all’inizio nega tutto, poi dopo una settimana ininterrotta di interrogatorio crolla e fa una confessione completa in cui racconta per filo e per segno cosa ha fatto in quell’appartamento. In seguito continuerà a ritrattare e modificare quanto ammesso, tirando in ballo altri personaggi che avrebbero commesso il delitto, al quale lei avrebbe solo assistito impotente. Ammetterà l’omicidio di Franca, ma negherà per tutta la vita quello dei bambini.
Inizia la vicenda processuale, la Fort viene esaminata da esperti che la ritengono perfettamente sana di mente e capace d’intendere e di volere. Viene condannata all’ergastolo, ma dopo quasi trent’anni di carcere il presidente Leone le concede la grazia per buona condotta. Da questo momento sparirà dalle cronache fino al 2 marzo 1988 quando morirà d’infarto.
Rina Fort nasce a Santa Lucia di Budoia, in provincia di Pordenone, il 28 giugno 1915 alle ore 01,30, Il Sole è in Cancro, l’Ascendente in Toro e la Luna in Capricorno.
Notiamo uno stellium nel segno del Cancro formato da cinque pianeti: Sole, Mercurio, Saturno, Plutone e Nettuno, questo ci suggerisce una personalità molto forte, centrata più su sé stessa che sulle persone che le stanno intorno. Il Cancro ha una natura molto sensibile che impara a nascondere fin dalla prima infanzia, la corazza di Rina sembra essere così solida da essere quasi inespugnabile e le esperienze dolorose vissute nei primi anni giovanili non hanno fatto altro che rafforzarla.
La Luna si trova nel segno opposto a quello del Cancro, il Capricorno, e non fa aspetti con gli altri pianeti, è isolata. La Casa quinta si apre in Leone ed è governata dal Sole che si trova in Cancro congiunto a Mercurio, Saturno e Plutone. La sterilità precoce di Rina potrebbe essere vista in una Luna distante, fredda, che non ha legami con altri pianeti, e in quel potente stellium che blocca le potenzialità di Mercurio e del Sole.
Un’altra particolarità di questo tema natale è l’assenza di pianeti nei segni di Fuoco: Sagittario, Leone, e Ariete. Le passioni totalizzanti vissute da Rina e suggerite da Marte in Toro in Casa prima, lasciano tracce in lei, il Cancro non dimentica e lei meno di tutti. Il Fuoco s’infuria e può distruggere sul momento, ma tanto velocemente s’infiamma quanto velocemente si spegne e senza portare rancore, ma in Rina la rabbia, la gelosia o la felicità più pura lasciano tracce, sono emozioni che non vengono abbandonate tanto rapidamente. Per un tempo troppo breve ha potuto godere di un pizzico di serenità, poi è arrivata la moglie di Giuseppe, la rivale che le ha tolto il sogno, l’ha obbligata a tornare alla realtà, difficile da accettare anche se la relazione con l’uomo prosegue.
Nella sua confessione iniziale, quella che poi ha sempre ritrattato, racconta di come sia capitata a casa di Franca Pappalardo mentre vagava senza meta. Urano in Acquario la rende molto rapida nell’agire e nel decidere, quella donna era un ostacolo per lei, per la sua felicità, bisognava affrontarla. Quando si trova nella cucina della donna la rabbia e la gelosia esplodono senza freni e con una determinazione a distruggere data sia dalla Luna in Capricorno sia da Marte in Toro: quello che voglio ottengo, costi quel che costi.
Rina avrebbe potuto farsene una ragione e cercare altrove la sua felicità. Lo stellium in Cancro in terza casa la rendeva adatta al commercio, avrebbe potuto buttarsi sul lavoro, ma quella Luna in Capricorno, lontana e isolata è troppo debole nel contrastare i valori in Cancro e il Cancro vuole più di tutto una stabilità affettiva, dei figli, che Rina però non può avere, un compagno sul quale riversare tutto il suo amore, questo il suo unico obiettivo e per questo è diventata famosa come la “Belva di via San Gregorio”.
Qui per un’analisi della vita di Rina dal punto di vista dell’astrologia Morpurghiana