LEONE
Questa è la storia di un uomo che ha vissuto diverse vite, potrebbe essere il personaggio di un film: il ragazzo che venne condannato all’ergastolo per omicidio, l’uomo che si riscattò attraverso la sua opera letteraria fino ad arrivare alla fama, alla popolarità, il killer che non ha mai smesso di mietere vittime.
Jakob Unterweger, detto Jack, nasce in Austria nel 1950 da un militare americano e da una ragazza che per vivere si prostituisce. L’ambiente è poverissimo, lui reagisce come un qualunque ragazzo cresciuto più in strada che in casa, divenendo presto piuttosto noto alla polizia per furto e abusi sessuali. Non sopporta i rifiuti soprattutto se vengono dalle donne e nel 1976 supera il limite con Margaret Schaefer, diciotto anni, che tenta di resistergli e finisce picchiata selvaggiamente e strangolata con il suo stesso reggiseno. Jack ha fatto un nodo particolare, un cappio, e glielo ha stretto al collo. Viene preso quasi subito e condannato all’ergastolo.
In carcere si da una calmata, si comporta da detenuto modello, comincia a leggere, a studiare. Mette mano alla penna e inizia a scrivere un diario in cui racconta tutto quello che gli è accaduto e lo scrive bene: è intelligente, sensibile e ha talento. La sua biografia va subito a ruba in Austria e il suo nome comincia a farsi notare nei circoli letterari. Scrive racconti, opere teatrali, diventa un personaggio noto tanto che intellettuali, registi, scrittori si mobilitano per chiedere la liberazione di Jack, che ormai non è più l’assassino di un tempo, o così credono.
Nel 1990 gli viene concessa la libertà condizionata e Unterweger torna in libertà. Ormai è un uomo di successo, i suoi libri vendono, viene invitato in televisione, nei talk show, dorme in alberghi a cinque stelle e si può permettere magnifiche auto sportive, la sua vita è del tutto cambiata.
Nella notte tra il 14 e il 15 settembre 1990 a Praga Blanka Bockova, prostituta scompare e viene ritrovata la mattina dopo strangolata con il suo reggiseno.
Il 26 ottobre Brunhilde Masser, prostituta, venne ritrovata in un bosco in Austria, strangolata con il suo reggiseno.
Il 6 dicembre toccò a Heidemarie Hemmerer, il 16 aprile 1991 a Sabine Moltzi, strangolata con i suoi collant, il 7 maggio a Karin Arogiu, strangolata con il suo body.
Jack intanto fa carriera, si occupa degli omicidi delle prostitute, lancia la tesi dell’esistenza di un serial killer austriaco e viene incaricato da una testata giornalistica di occuparsi di questi crimini, cosa che gli da modo di essere messo al corrente sugli ultimi sviluppi delle indagini.
Jack è bravo e un altro giornale decide di affidargli un reportage sulla prostituzione negli Stati Uniti. Parte per Los Angeles.
Il 20 giugno 1991 Shannon Exley, prostituta, viene uccisa, strangolata con il suo reggiseno.
Il 30 giugno fu ritrovato il cadavere di Irene Rodriguez, strangolata con il suo reggiseno.
Stessa sorte per a Sherri Ann Long ritrovata il 4 luglio.
Se in Austria la polizia sta cominciando a mettere in fila gli indizi negli Stati Uniti si arriva presto a capire che gli omicidi sono opera di una sola persona: il nodo al reggiseno è lo stesso in tutti gli omicidi, è quella che si può definire la “firma” dell’assassino. Viene tracciato un profilo: il serial killer è uno psicopatico organizzato che sceglie con molta cura le sue vittime.
Jack non si è accorto di essere stato visto in compagnia delle ragazze scomparse, la polizia si mette sulle sue tracce: gli perquisiscono l’auto e trovano un capello biondo, di Blanka. Sul corpo della Hemmerer invece rinvengono delle fibre di lana rossa corrispondenti a una sciarpa di Jack. Viene emesso un mandato di cattura per sette omicidi in Austria e 4 in altri paesi.
Jack si difende, nega, dichiara al mondo la sua innocenza nonostante le prove schiaccianti, tenta la fuga, ma giunto in Florida viene arrestato e estradato in Austria.
Processato, il 29 giugno 1994 la giuria del tribunale di Graz lo ritiene responsabile dei reati di cui è accusato e lo condanna all’ergastolo, di nuovo.
Non ci sarà un’altra vita per Jack.
Appena lasciato solo nella sua cella decide di togliersi la vita impiccandosi, il nodo del cappio è uguale a quello con cui ha ucciso le sue vittime.
Jack Unterweger nasce a Judenburg in Austria il 16 agosto 1950, sotto il segno del Leone. Purtroppo non ho a disposizione la sua ora di nascita di conseguenza considererò la posizione dei pianeti alla nascita
e la luna nuova precedente alla sua nascita, avvenuta il 13 agosto.
Il Leone è un segno di Fuoco, le sue caratteristiche sono la generosità, l’ottimismo, la voglia di vivere, l’assoluta fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità, per un Leone è importante riuscire in tutto quello che fa e soprattutto è fondamentale che i suoi meriti vengano riconosciuti. Il lato negativo del suo carattere è il modo autoritario di comportarsi, la rabbia, l’autoreferenzialità, il Leone si piace, anzi si adora.
Il Sole nel tema di Jack è congiunto a Plutone e questo ci indica l’importanza di avere il potere e il controllo su tutto quello che fa: è lui che manipola le vittime, che “firma” i propri omicidi. Non ha mai conosciuto il padre e come la Fenice è stato in grado di rinascere: da teppista a ergastolano a star letteraria.
Marte si trova in Scorpione, la sua furia può esprimersi in modo sadico, cattivo e scatta davanti a un rifiuto. Nel tema di Luna Nuova si trova in nona casa e questo ci fa pensare ai suoi spostamenti: Unterweger uccide in almeno tre stati diversi e una delle difficoltà nell’individuarlo è stato mettere in relazione le sue vittime.
Mercurio è congiunto a Saturno in Vergine, Jack è stato un bambino che è cresciuto in fretta, molto intelligente, preciso, disciplinato quando vuole, lo studente modello che è diventato in carcere.
Unterweger era riuscito a riscattarsi e a farsi riconoscere dal resto del mondo per quello che valeva, ma non è riuscito a convivere con l’altro sé, quello portato a rompere e distruggere suggerito da Urano in Cancro, in sesta casa nel tema di luna nuova.
Abbiamo detto che per un Leone è importante essere ammirati, stimati, e che per lui era fondamentale avere il controllo, non solo delle sue vittime.
Una volta tornato in carcere ha preferito essere lui a calare il sipario.